CBD 101

Nell’ultimo decennio la comunità medico-scientifica (prima) e i media (poi) hanno prestato sempre maggiore attenzione alle proprietà nutritive e fisiologiche del cannabidiolo (CBD). Si tratta di un rimedio, rivoluzionario quanto antico, alle sfide e i problemi della vita moderna per aiutarci a ritrovare il nostro equilibrio fisico e mentale.

Ma se molti ora ne parlano, ancora in pochi sanno, di fatto, di cosa si tratti, come influisca sul nostro corpo, i casi in cui è già dimostrato come un rimedio efficace e quelli per cui mancano ancora le evidenze cliniche sufficienti.

Eccoci qui, pronti a chiarire alcuni dei più importanti e diffusi dubbi, miti ed equivoci sul CBD, per rispondere alle vostre domande su questa molecola apprezzata simultaneamente da accademici internazionali e star di Hollywood e mostrarvi come ci può aiutare ad essere più sereni e in salute, naturalmente.

Il Cannabidiolo (CBD) è un cannabinoide, ovvero una sostanza naturale in grado di regolare il Sistema Endocannabinoide (SEC), il principale responsabile del nostro equilibrio interno.

Il CBD – il più abbondante “fitocannabinoide” nella pianta di Canapa – ha attirato negli ultimi anni grande interesse  del mondo medico-scientifico per le sue proprietà benefiche-terapeutiche e la capacità di regolare il nostro Sistema Endocannabinoide  in modo naturale e sicuro. 

Molti di noi non hanno mai neanche sentito parlare del Sistema Endocannabinoide. Eppure, si tratta di uno dei sistemi fisiologici più importanti per la salute umana, che ci aiuta ogni giorno a raggiungere e mantenere l’equilibrio psico-fisico – quello che gli scienziati chiamano omeostasi.

Possiamo pensare al Sistema Endocannabinoide come ad una pervasiva rete di comunicazione tra cellule fatta di minuscoli messaggeri molecolari, gli “endocannabinoidi”, che serve a coordinare le nostre attività vitali fondamentali: rilassarci, mangiare, dormire, dimenticare e proteggerci”.

Lo stato di salute, i livelli di stress, la dieta e l’esercizio fisico possono turbare questo sistema potente quanto fragile, che non si è ancora abituato ai ritmi frenetici della vita moderna e può risentirne più di quanto immaginiamo. Ecco perché a volte ha bisogno di una mano per ritrovare l’equilibrio…

Il CBD interagisce con il SEC in molti modi complementari, che concorrono ad aumentare la disponibilità di anandamide – nota anche come “molecola della beatitudine” – e di conseguenza il tono e l’equilibrio dell’intero sistema.

Inoltre, il CBD ‘comunica’ con altri organi e sistemi nel nostro corpo, ad esempio imitando gli effetti di serotonina ed endorfine, aiutandoci a perseguire l’equilibrio fisico e mentale in modi complementari.

. Punto.

In molti confondono Cannabis, Canapa e CBD. Il CBD è solo uno tra i centinaia di cannabinoidi contenuti in questa pianta – per la precisione, il più abbondante, sicuro, studiato e utilizzato tra i fitocannabinoidi non psicoattivi.

L’effetto psicotropo della Cannabis è dovuto al Delta-9-Tetracannabidiolo (THC). 

Il CBD, a differenza del THC, non è psicoattivo e quindi non influenza le funzionalità motorie, la memoria e la temperatura corporea. 

La sicurezza del CBD è confermata da un gran numero di esperimenti e studi clinici. Una revisione di oltre 130 studi scientifici condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2018 ha mostrato che l’utilizzo di CBD, anche per dosaggi elevati fino a 1500 mg al giorno, non causa significativi effetti collaterali. Il CBD non provoca intossicazione o alterazioni dello stato di coscienza, delle funzioni psicomotorie e dei parametri fisiologici quali frequenza cardiaca, pressione arteriosa o temperatura corporea.

Si può pensare al CBD come al fratello maggiore e responsabile del THC. Non solo non altera il nostro stato mentale. Ma potrebbe anche aiutare le persone a smettere di consumare Cannabis, secondo quanto suggerito da alcuni studi clinici in corso.

Puoi non credere (ancora) a noi ma devi credere alla scienza. Il numero di ricerche scientifiche e studi clinici sulla Canapa e il CBD è significativamente superiore rispetto a quello delle sostanze chimiche e naturali che si utilizzano comunemente per regolare il benessere fisico e mentale.

Nel 2018 è stato introdotto negli USA il primo farmaco a base di CBD puro per disturbi convulsivi rari. Ci puoi credere che esiste un farmaco composto da un solo un ingrediente naturale? E presto i medicinali al CBD potrebbero essere anche di più.

Nell’ultimo decennio vi è stata una crescita esponenziale dell’interesse della comunità medico-scientifica per il CBD. Il numero di studi clinici è cresciuto di 10 volte, passando da 17 a 227. Negli ultimi dieci anni sono stati pubblicati 2700 articoli scientifici sul CBD, pari a 3 volte il numero di articoli che erano stati pubblicati nel cinquantennio precedente.

Per capire la grandezza di questi dati possiamo analizzare l’interesse della comunità scientifica per altre erbe officinali come la valeriana, un popolare rimedio naturale per l’insonnia. Negli ultimi dieci anni, ci sono stati 11 studi clinici e 470 gli articoli scientifici sulla valeriana rispetto ai 227 studi e 2700 articoli realizzati sul CBD.

Gli studi sugli effetti terapeutici e i meccanismi d’azione del CBD sono in continua evoluzione, e ogni giorno si aprono nuove linee di ricerca. Dopo anni di ricerche, ormai esistono alcuni benefici già accertati. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che il CBD svolge un ruolo cruciale per la regolazione dello stress e dell’ansia, il sollievo dal dolore e la cura delle infiammazioni della pelle.

Le ricerche scientifiche e gli studi clinici in corso stanno investigando gli l’effetto del CBD su un’ampia gamma di patologie infiammatorie, autoimmuni, neurodegenerative e psichiche.

Le evidenze raccolte suggeriscono che il CBD risulti particolarmente efficace per combattere gli stress fisici o psicologici che minacciano l’equilibrio del nostro Sistema Endocannabinoide e, di conseguenza, il raggiungimento dello stato di omeostasi. 

Si tratta di un insieme di problemi tanto diffusi ma talvolta trascurati che spesso sono causati dai frenetici ritmi di vita del mondo moderno: lo stress e l’ansia, il sollievo dal dolore e la cura delle infiammazioni della pelle.

Il CBD può rappresentare una soluzione ideale per tutti coloro che, pur essendo in linea di massima in buona salute, non riescono a godersi appieno la vita a causa di qualche piccolo disturbo fisico o psicologico di cui non riescono a liberarsi. Inoltre il CBD, a causa del suo meccanismo di funzionamento, può essere utilizzato da colore che, pur sentendosi in un buon stato di salute, adottano un approccio proattivo al proprio equilibrio psico-fisico, sfruttando le proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie e neuro-protettive del CBD regolare a basse dosi.

Il CBD allevia ansia e stress – secondo alcune evidenze preliminari anche la depressione –  principalmente grazie alla sua azione sui recettori della serotonina (il ‘neurotrasmettitore del buonumore’) e sul Sistema Endocannabinoide. I benefici del CBD su diversi disturbi d’ansia, come lo stress da disturbo post traumatico o gli attacchi di panico, sono fortemente documentati in letteratura, e hanno acquisito particolare rilevanza in questo lungo anno di pandemia. Il miglioramento qualitativo e quantitativo del sonno sembra invece legato al ruolo del Sistema Endocannabinoide nella regolazione del ciclo sonno-veglia.

Il CBD appare efficace per dolori di diversa natura – dall’artrosi alla neuropatia diabetica al dolore oncologico alla spasticità – in quanto agisce a livelli diversi del ‘percorso del dolore’: da una parte, contrasta l’infiammazione locale, minimizzando lo stimolo e arginando la fonte del dolore; dall’altra, attutisce e filtra la trasmissione del segnale doloroso, ‘riprogrammando’ il nostro cervello e modulando così la nostra percezione del dolore. In un periodo storico così critico per l’uso e abuso di oppioidi, la buona notizia è che alcuni pazienti affetti da dolore cronico riescono ad abbandonare analgesici oppioidi in favore del CBD!

Il CBD influisce in diversi modi sulle funzioni dell’apparato digerente. Regola l’appetito interagendo direttamente con i ritmi circadiani del nostro corpo e i messaggeri cerebrali della fame, ma può aiutarci a ritrovarlo anche grazie all’azione sui recettori della serotonina, che allevia nausea a vomito (ad es. da chemioterapia). Il nostro apparato gastrointestinale è ricco di recettori cannabinoidi, con ruoli importanti nella digestione (incluse secrezione e motilità intestinali), nella protezione dai patogeni (quindi nel processo infiammatorio) e nell’equilibrio della flora intestinale: ecco perché il CBD è attualmente investigato anche per la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e le malattie infiammatorie intestinali (IBD).

È il caso di terminare qui questa risposta, poiché se cerchiamo di elencare tutti i promettenti effetti neuro-protettivi, cardio-protettivi, anti-infiammatori, immuno-modulatori, anti-neoplastici, anti-diabetici del CBD… rischiamo di avere più successo del CBD stesso nel risolvere la vostra insonnia!

Da dove cominciare? Ce ne sono così tanti che abbiamo deciso di dividerli in due filoni pressoché opposti sostenuti da due tribù rivali ed egualmente pericolose: “ultra-scettici” e “iper-ottimisti”.

Gli scettici sostengono che il CBD è esattamente come la Cannabis, ed è quindi una sostanza pericolosa. 

Per fortuna, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che il CBD non ha effetti psicoattivi, non altera lo stato di coscienza e non causa danni fisici o mentali,  neanche a dosi molto alte. 

Ma una mia amica ha sentito di uno che si è ‘sballato’ con il CBD…” 

… In questo caso le spiegazioni plausibili sono due. La cosa più probabile è che non si trattasse di CBD puro, ma che il prodotto assunto contenesse THC. Oppure, potrebbe essere uno dei casi di effetto “nocebo”.

All’estremo opposto dello spettro abbiamo gli iper-ottimisti per cui il CBD è panacea di tutti i mali, e può arrivare a curare patologie come la sclerosi multipla o il cancro.

Nonostante in diversi casi ci sono evidenze preliminari sui possibili benefici del CBD per patologie severe e rare, mancano ancora le evidenze cliniche e le linee guida su come integrare in modo sicuro ed efficace il CBD nelle terapie convenzionali di queste persone.

In alcuni casi, le persone, essendo in un momento di fragilità o di smarrimento a causa di una malattia grave, possono fidarsi più di una pubblicità miracolosa che del proprio medico, finendo per sospendere il proprio trattamento farmacologico e sostituirvi il CBD con conseguenze prevedibilmente disastrose per la nostra salute.

Ecco perché, se soffriamo di patologie complesse, è sempre importante coinvolgere il nostro medico nella decisione di se e come includere il CBD nel nostro regime terapeutico.

E la nostra salute non è l’unica a pagare un caro prezzo in caso di uso inappropriato del CBD: tanto il pubblico quanto la comunità medico-scientifica possono perdere fiducia in questo rimedio così promettente, mettendo a repentaglio anni e anni di sforzi delle comunità medico-scientifica.

Non necessariamente. La risposta breve è: dipende dal nostro obiettivo.

Il CBD è sicuro e ben tollerato dal nostro corpo anche ad alte dosi – secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità fino a 1500mg/die).

Tuttavia maggiori quantità non equivalgono necessariamente a maggiori benefici. Infatti, il CBD ha un comportamento ‘bifasico’ nel nostro corpo: dosaggi diversi possono corrispondere ad effetti terapeutici diversi – talora opposti. Per capire meglio questo fenomeno, pensiamo all’alcol: dopo un cocktail siamo stimolati ed energici, ma se ne beviamo troppi ci sentiamo stanchi e appesantivi come se avessimo assunto un sedativo. 

Nel caso del CBD, gli scienziati hanno dimostrato che il CBD aiuta a combattere l’ansia e lo stress in modo più efficace se assunto a bassa dose e con regolarità, rispetto a impieghi una tantum ad alta intensità. Pensiamo al CBD come ad una buona abitudine da adottare, un rituale di benessere, un attimo nella routine quotidiana in cui prenderci cura di noi e del nostro equilibrio psico-fisico.

Per queste ragioni, consigliamo di iniziare ad assumere CBD secondo i dosaggi e le tempistiche consigliate, per poi man mano imparare a conoscersi per capire come arrivare gradualmente all’equilibrio perfetto.

Assolutamente no. E la spiegazione si può dividere in due parti: errori fatti in buona fede e in cattiva fede.

Parliamo prima dei secondi: diverse aziende in commercio decidono di non vendere i propri prodotti presso farmacie ed erboristerie. In questi casi, i prodotti non sono sottoposti ai rigorosi controlli di qualità e ci sono rischi maggiori sulla purezza e il dosaggio effettivo del CBD così come la presenza di contaminazioni chimiche o microbiologiche.

Ciò che tu puoi fare quando scegli tra i diversi prodotti e produttori di CBD è considerare trasparenza, reperibilità d’informazioni, filiera di produzione, credenziali dei partner e tutte le altre informazioni necessarie per stabilire di chi fidarti.

In alcuni casi, sono anche compiuti errori in buona fede. Prodotti contenenti la stessa quantità di CBD ma con formulazioni e modalità d’uso differenti possono avere un’efficacia molto diversa. Ciò è dovuto al fatto che non bisogna sottovalutare quella che gli esperti chiamano biodisponibilità.

La biodisponibilità è la frazione del principio attivo – nel nostro caso del CBD – che raggiunge effettivamente la circolazione, e che il nostro corpo è quindi in grado di assorbire e utilizzare. Modalità d’uso diverse hanno una diversa biodisponibilità. Ad esempio, il CBD ha un’elevata biodisponibilità se assunto per via sublinguale.

E’ per queste ragioni che è cruciale utilizzare prodotti sviluppati da team scientifico che da anni studia il Sistema Endocannabinoide e il CBD.

Metodi d'uso

Cannabidiolo 101

Il sistema endocannabinoide 101

CBD e Sonno

CBD e Dolore Cronico

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